Facciamo appello alla Chiesa a cui ancora apparteniamo, per via dei sacramenti che ci sono stati conferiti, che le sette opere di misericordia corporale, dar da mangiare agli affamati, dar da bere agli assetati, vestire gli ignudi, accogliere i forestieri, visitare gli infermi, visitare i carcerati, seppellire i morti, tornino ad essere esercitate senza tener conto delle restrizioni statali che impongono limiti e sanzioni a coloro che non adempiono agli obblighi vaccinali.
Nel corso della lunga storia della Chiesa nessuna di queste opere è mai stata interrotta o posta sotto condizioni diverse da quelle che la Chiesa stessa ha dato a sé stessa nell’esercizio della sua missione.
Di fronte alle notizie e alle affermazioni di vescovi e prelati, associazioni e organismi caritatevoli che dicono di erogare pasti e ausili ai poveri e ai senza tetto a condizione che essi siano vaccinati o possiedano il green pass, la coscienza di coloro che praticanti o no, credenti o no, hanno visto nell’esercizio di queste opere uno dei pilastri della nostra civiltà, oltre che della loro fede, si rivolta scandalizzata.
La carità, quando è tale, non guarda in faccia a nessuno, tantomeno deve essere tenuta a controllare e chiedere un foglio di carta. Le basta il volto del sofferente e della sua condizione.
La redazione di Sparagmós