Gira un’affermazione perentoria dello scrittore Ferdinando Camon il cui titolo redazionale fa: “Quando l’amore è dannoso”. È un richiamo in prima pagina di un articolo che prosegue a p. 2, di un quotidiano non meglio identificato. La frase finale recita: “i bambini devono capire che quel che vuole lo Stato vale più di quel che vuole il papà o la mamma”. Non ho letto il seguito che alcuni dicono sia una lettera aperta del 2017. Può anche darsi che nella lettera lo scrittore non si esprima in termini così perentori. Si trattava della richiesta a una madre di esibire i documenti della vaccinazione il primo giorno di scuola della figlioletta. Nel 2017, precisamente il 7 giugno, in Gazzetta Ufficiale entrava in vigore il Decreto legge 73, dal titolo Disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale. L’obbligo al comma 2 stabiliva anche la possibilità di esenzione per i guariti e in caso di accertato pericolo per la salute. Decreto sostanzialmente rispettoso delle motivazioni sanitarie dell’obbligo vaccinale con sanzioni pecuniarie per le famiglie renitenti. Molto più scarse, anzi se non mi è sfuggito qualcosa, del tutto assenti le norme di risarcimento relativi ai danni da vaccinazione. Perché comunque i danni c’erano ancor prima dei vaccini anti-Covid e non sempre sono stati risarciti e più volte il Consiglio di Stato si è trovato nella posizione di essere costretto solo da sentenze giudiziarie a risarcire famiglie con bambini gravemente menomati dai vaccini solo dopo cause durate decenni.
Fatta questa lunga premessa, a scanso di ogni equivoco, la frase dello scrittore, che credo si definisca cattolico, è del tutto inaccettabile in quel contesto e, a maggior ragione, nel caso in cui ne venisse riproposto il contenuto, oggi. Può darsi che sia una sintesi redazionale, come spesso capita, di un pensiero più articolato, e in cuor mio me lo auguro, ma che la volontà dello Stato valga più di quella del papà e della mamma, no, non è accettabile. Una delle espressioni filosofiche più nette della prevalenza dello Stato sulla famiglia la troviamo in Hegel ma all’interno di una dialettica nella quale la famiglia stessa è parte di un processo che la vede sì proiettata verso la sintesi statuale ma non come un altro da sé bensì come frutto di un superamento che la trascina conservandone le prerogative, non annullandole. La famiglia e la società civile vengono superate sì, ma conservate nello Stato. Ora, facile vedere le falle del discorso hegeliano e i fraintendimenti che ha provocato fino all’instaurazione dello Stato etico.
In ogni caso per un cattolico, memore voglio sperare del sant’Agostino della Città di Dio, lo Stato non può prevaricare il corpo intermedio rappresentato dalla famiglia. Nel Libro 4, al cap. 4, la descrizione dello Stato che dà Agostino non lascia spazio a dubbi: “Togliete la giustizia, e cosa sono i regni, se non grandi brigantaggi? Perché, anche le bande dei briganti cosa sono, se non dei piccoli regni? Sono manipoli di uomini comandati da un capo, legati da un patto sociale, con la ripartizione del bottino secondo una legge accettata da tutti” (trad. di C. Carena).
Inutile girarci intorno e far finta che la modernità abbia cancellato la dimensione tribale e banditesca dello Stato. È proprio in momenti come questi che quell’atavismo remoto che molti ancora si illudono essere relegato nell’infanzia dello Stato, si manifesta con eguale brutalità e schietta evidenza.
Una lezioncina questa storia la può dare anche a coloro che si prestano a far girare affermazioni senza verifica alcuna. 1. Le affermazioni di Camon sono vere, nel senso che lui le ha scritte o a lui sono riconducibili, ma non è detto che esprimano perfettamente il suo pensiero. 2. Quel pensiero in ogni caso è riferito a un evento del 2017 e non può essere ricondotto a ciò che oggi lo stesso Camon pensa, anche se con ogni probabilità effettivamente la pensa così anche oggi; nel qual caso si riporti quello che oggi pensa. 3. L’uso di una mezza verità può facilmente degradarla a pura falsità.
Non è detto che coloro che oggi cercano di nascondere le pratiche dello Stato tribale – il green pass è una pratica ricattatoria degna di quel manipolo di uomini comandati da un capo a cui si riferiva Agostino – non si avvalgano proprio di queste mezze verità per allontanare l’attenzione dalle proprie menzogne e addossarle a coloro che vi si oppongono.
rdb