La china verso cui sta correndo un’umanità sfiancata da due anni di pandemia è tragica. Forse è l’ultimo scivolo verso il nulla. Sono al lavoro forze economiche finanziarie militari ideologiche, tutte legate alla potenza e al suo esercizio. Decenni di disinteresse e trascuratezza hanno allontanato l’uomo dalla riflessione sulla capacità distruttiva dei suoi arsenali atomici.È arrivato il momento di porre all’ordine del giorno la lotta per evitare la possibile e probabile guerra nucleare. Possibilità e probabilità – concetti diversi anche se suonano simili – che se realizzate non lascerebbero scampo alla vita umana sul pianeta, più ancora dei cambiamenti climatici e della catastrofi che già naturalmente incombono sulla vita.È venuto il momento di agire. Non possiamo più aspettare che altri decidano se a decidere sono quelli che vogliono la guerra atomica.Proponiamo uno strumento di collegamento tra realtà associative e comunità già attive, mettendo da parte differenze politiche, ideologiche e religiose. Costruire una carta d’intenti su cui far convergere quante più persone possibili, partendo dalla rete e dai social e usandoli come strumenti di controinformazione e diffusione di notizie a contrasto dell’informazione ufficiale e governativa. La guerra nucleare è la guerra definitiva, finale. Dopo c’è solo la morte che non si potrà neppure raccontare. Non verranno eretti mausolei, cimiteri, lapidi, non ci saranno più ricordi e l’uomo non ascolterà più l’altro uomo. Ci sarà solo il silenzio e l’inverno atomico. Non vogliamo questo, dobbiamo evitarlo a tutti i costi.
La redazione di Sparagmós (Riccardo De Benedetti, Massimiliano Peroni, Dario Biagiotti, Paolo Ciccioli, Pietro Esposito, Corrado Mezzina, Elio Paoloni, Gianluca Rinaldi e Stefano Serafini) è un laboratorio di pensiero aperto alle più varie collaborazioni e ai più diversi indirizzi. Fermo nel rivendicare e nel praticare l’analisi e il giudizio sui temi che attraversano la società pandemica, e ora quella della guerra, senza barriere specialistiche, utilizzando le risorse della riflessione e della cultura umanistica nella quale si radica.
Contatti: sparagmoi@protonmail.com
TIME TO ACT FOR A MASS MOVEMENT AGAINST NUCLEAR WAR
Humankind, exhausted by two years of a pandemic, is sliding down a tragic slope. This may be our last descent into nowhere. Ideological, military, economic, and financial forces linked to the exercise of power are at full steam. Decades of disinterest and neglect have driven human beings away from reflecting on the destructive capacity of our atomic arsenals. The time has come to fight in order to avoid a possible and probable nuclear war. Possibilities and probabilities are different concepts, even if they sound similar. If realized, they would leave no escape for human life on the planet, even more than climate change and the disasters that already loom over life.It is time to act. We can no longer wait for somebody else’s choice because, otherwise, the decision of those who want atomic warfare will prevail.We propose putting aside political, ideological, and religious differences and linking already active associations and communities. Let us build a charter that is shareable among as many people as possible. Let us start from the Internet and social networks as tools for counter-information and the dissemination of news to contrast official and government information. Nuclear war is the ultimate war. After that, there is only death—a death that no one will even be able to tell. No mausoleums, no cemeteries, no tombstones will be built—there will be no more memories, and humans will no longer be able to listen to other humans. There will only be silence amid an atomic winter. We do not want this. We must avoid it at all costs.
The editorial staff of Sparagmós (Riccardo De Benedetti, Massimiliano Peroni, Dario Biagiotti, Paolo Ciccioli, Pietro Esposito, Corrado Mezzina, Elio Paoloni, Gianluca Rinaldi, and Stefano Serafini) is a thinking lab open to the most varied collaborations and ideas. It critically analyzes the issues of the pandemic and war society, refusing any specialist barrier and capitalizing on the humanistic culture where its members belong.
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