Il rifiuto improvviso, furibondo, sopra le righe – ma a lungo cucinato – di tutto ciò che è russo1 è soltanto uno strumento ostile (un tentativo di colpire il rinnovato Grande Nemico, tentativo rivelatosi presto e in gran parte un teatro del “facite la faccia feroce”) o rivela piuttosto odio autentico?

Giorgio Agamben, riesumando addirittura il Filioque come causa dello scisma della Cristianità2, ha accennato a una radice teologica dell’inimicizia che l’Occidente ha fatto esplodere senza quartiere contro la Russia in occasione dell’operazione speciale in Ucraina.

Lasciando da parte la retorica buona per i giornali occidentali del “c’è un aggressore e un aggredito”, non occorre grande cinismo per obiettare che l’Occidente, nell’affrontare la Federazione Russa, non ha assunto alcuna posizione contro l’Ortodossia tutta; né per domandarsi se tale ostilità avesse avuto ragione affatto di esistere ove la Russia non disponesse delle ricchissime sue risorse naturali e della formidabile potenza geopolitica che la contraddistingue.

Certamente la Russia, questo grave inciampo all’Impero americano, non rappresenta tutta l’Ortodossia. Eppure in Russia l’Ortodossia raggiunge uno status culturale e di popolo, fino a livello statale, che non si vede altrove. A me viene da osservare che la Russia, pur con tutti i difetti e le contraddizioni che ogni società reca con sé, nonostante il 13% di atei (in Europa, però, tale quota è del 20%), l’importante presenza dell’Islam e altre religioni – e non, si badi, per motivi di istituzione, baciapile, presunta arretratezza, ecc. – sia la più cristiana delle nazioni. Detto ciò, è forse vero che se la Russia non fosse stata così ricca e potente non sarebbe stata un bersaglio. Ma allora sarebbe stata schiacciata e resa schiava come l’Italia, fino all’eliminazione del suo carattere culturale specifico: il generoso, immaginifico cristianesimo dell’ascesi fiorita e terrena di san Benedetto e san Francesco.

Si è appena celebrato l’ottantesimo anniversario della rottura dell’assedio di Leningrado, il più furioso e crudele della storia moderna coi suoi due milioni di morti, eternato dalla settima sinfonia di Šostakovič. Quale altra anima di popolo poteva resistere, fino a sconfiggerlo, al barbarico paganesimo nazista? Tutti gli altri, anche quelli che fecero bravamente la loro parte, si sarebbero piegati davanti al tributo di sofferenze inenarrabili e di sessanta milioni di vittime, al peso di quella croce che rende la corrotta Russia il paese più degno di amore e rispetto in questo moderno mondo di iniquità.

In un senso del tutto opposto all’idea puritana del favore divino che remunererebbe con materiale fortuna i giusti, la Russia ha mantenuto la sua ricchezza esteriore e la sua indipendenza a costo di sofferenze terribili. Ciò è stato possibile per il grande carattere figliato dalla sua religione: se la Russia non fosse stata così radicalmente ortodossa, non sarebbe stata così grande e forte.

La lussuria di potere dei serpenti della terra che agognano a dominare il mondo non può non odiare innanzitutto tale umano ascetismo bagnato di assoluto.

Stefano Serafini

  1. https://cancelrussia.info/it.html ↩︎
  2. https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-oriente-e-occidente ↩︎

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